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CENTROSINISTRA
Dibattito sulle prospettive elettorali
in vista delle elezioni amministrative
a cura di Sandro Invidia


Martedì 5 giugno, nella sede dell'Arengario, alcuni redattori del giornale hanno incontrato i principali esponenti delle forze del centro e della sinistra monzesi, per discutere della situazione politica cittadina. L'orizzonte di riferimento era, ovviamente, l'avvicinarsi della scadenza delle elezioni amministrative.
Presenti per le forze politiche: Giuseppe Civati , dei Democratici di sinistra; Pietro Dentella e Salvatore Iannazzo, dei Democratici; Vincenzo Di Rienzo, dei Socialisti italiani; Marco Fraceti, di Rifondazione comunista; Mori, dei Popolari. Rossana Del Regno, dei Verdi, impossibilitata a presenziare, ha promesso un contributo scritto.

Cominciamo con una richiesta generica: qual è oggi la situazione politica a Monza?
Mori - è presto detto: il sindaco dice che la giunta ha lavorato bene. Non c'è che da registrare questo. Le sedute vanno a vuoto. Non si intravede il colpo d'ala che possa rimettere in sesto la situazione all'interno di questa maggioranza. C'è Schmidt che si muove con intenzione, ma non sembra in grado di rimettere in moto questa macchina.
E poi c'è nell'aria l'accordo Polo-Lega: Mariani è in una posizione difficilissima, perché lo stanno premendo da tutte le parti: perché entri in giunta, perché non ci entri… Il sindaco si difende, mentre Mariani si aspetta che il sindaco si faccia da parte. Il risultato più tangibile della attuale situazione è che in Consiglio comunale non si riesce più a fare nulla.

L'accordo Polo-Lega è cosa fatta, quindi?

Civati - Io non credo che i tempi siano già così maturi… Ci sono delle incognite molto grosse, la prima delle quali è il ruolo di Colombo. E non è solo la Lega che si domanda per quale motivo Colombo dovrebbe essere ricandidato a sindaco... In secondo luogo, occorre tener presente che non è possibile immaginare che si possa arrivare ad un accordo Polo-Lega se il Polo intende continuare nella sua politica su Cascinazza e Centro commerciale anche nella prossima legislatura.
Oggi, l'unico atto politico della Lega è stata la dichiarazione di Mariani il quale, dopo che gli è stato consegnato l'avviso di garanzia, ha ritenuto di attaccare in modo sconsiderato non si sa bene chi, che avrebbe commissionato l'operazione. Questa è la qualità politica della Lega. Su questo si possono incontrare, credo.
[La dichiarazione cui fa riferimento Civati è stata riportata da "Monza Sette": "Non vorrei che questo fosse l'inizio di una campagna di inaudita barbarie, nel qual caso noi siamo pronti ed io sono deciso a ricandidarmi" ndr]
Fraceti - Certo, ci sono degli atti che si sono consumati nell'ultimo anno e mezzo che fanno pensare che una parte dell'elettorato di Forza Italia e di Alleanza Nazionale, una parte di quelli che hanno sostenuto il candidato sindaco nel 1997, oggi non ci sia più. I commercianti, in primo luogo, ma anche una parte dell'associazione industriali Monza e Brianza. Il commissariamento di An e tutte le schermaglie che si vivono in Consiglio comunale non fanno presagire una situazione ottimale… Del resto, il problema per la Casa delle Libertà è il 51% di Schmidt: evidentemente, una parte degli addetti ai lavori non ha fatto campagna elettorale… Qualcuno ipotizza il commissario. Chissà: forse qualcuno della maggioranza spera in sei, sette mesi di commissariamento per far dimenticare le cazzate fatte fino ad oggi… Indubbiamente, Colombo lascia a chi verrà dopo una situazione critica: dalla Cascinazza come si viene fuori? Per uscirne bisogna pagare Berlusconi e questa è una soluzione impopolare. Sono problemi aperti ai quali il Centrosinistra più Rifondazione dovranno essere in grado di dare una risposta
Civati - Diciamo Centrosinistra e basta. Non possiamo ancora fare questi distinguo: pensiamo che l'Ulivo a Monza con Anna Bernasconi ha raggiunto il 38%. Se consideriamo che Rifondazione ha contribuito a quell'esito, ma certo non con la totalità dei suoi iscritti, il dato è potenzialmente anche migliore. Questo mi fa pensare che voi ci dobbiate essere. È importante salvare quello che in questi anni di burrasca c'è stato di buono nei rapporti fra Rifondazione e Ulivo. Del resto ho anche apprezzato la tua elezione a segretario, perché questo mi fa pensare che anche nel tuo partito sia stata premiata la linea del dialogo.

Se ho capito bene, quindi, state dicendo che oggi ci sono le condizioni, a Monza, perché il Centrosinistra vinca.
Mori
- Direi di no. Prima di poter fare un'affermazione di questo tipo dobbiamo fare ancora tantissima strada. Oggi possiamo dire di aver "portato a casa" una fetta della diaspora di An. Però dobbiamo anche dire che il 4% di voti che non ha preso Mantica, rispetto a Schmidt, sono un pezzo di diaspora che di fronte a una candidatura di Centrosinistra sparisce. Basta frequentare Insieme per Monza per capire quanto i commercianti siano indisponibili a mettere sul piatto una decisione politica. Questa gente ha reclamato supporto politico, ma non ha mai messo in gioco la propria scelta politica. Piuttosto, noi dobbiamo fare un'azione incisiva. C'è un 10 - 12 % di voti da conquistare, ma i voti non vengono così, da soli… E poi, non dimentichiamo gli ex sostenitori di Moccia: c'è gente fra loro che in tre elezioni ha votato tre parti politiche diverse. Ragioniamo, se vogliamo portare in porto un disegno, sui passi necessari da compiere.
Montalbano - Mi interessa capire la tua considerazione sul lavoro politico con Insieme per Monza. Tu dici che una composizione del Centrodestra riassorbirebbe le frange che si sono riversate in quel movimento. Io sono convinto che Mosca sarà uno dei candidati sindaco. In fondo, gli atti politicamente più importanti per preparare la propria candidatura li hanno fatti Mosca e Mariani. Entrambe le candidature, credo però, giocherebbero nell'altra metà campo, rispetto a noi.
A questo va aggiunto, del resto, il fatto che il divario fra Centrosinistra nella sua totalità e Centrodestra più Lega è passato, nelle ultime tre elezioni, dal 23 al 10 % circa. Ragioniamo su questo fatto.
Dentella - A proposito di questo. Alla domanda: "Pensiamo di potercela fare?" io ho annuito. Il mio annuire non era pensato hic et nunc, ma in prospettiva, per il momento in cui dovremo votare. Se faremo i passi opportuni, ovviamente. Però, se è vero che Mosca viene a proporsi come un possibile candidato, io non credo proprio che il suo operato gli consentirebbe di essere nell'altra metà campo. Troppo forte l'opposizione di tipo ideologico per consentire il suo passaggio di là… All'ultima riunione di Insieme per Monza, nella sede della Lega, c'erano 5 rappresentanti di An: qualche cosa questo vorrà pur dire. Se dovessi dire cosa si aspetta Mosca, io dico che si aspetta di essere candidato da uno schieramento che sia la fotocopia del movimento. Questo non significa che a noi stia bene questo. Noi come Ulivo dobbiamo essere coesi e fare una nostra politica ed arrivare ad una nostra candidatura. Questo non significa che poi al ballottaggio, sempre che ci si arrivi, non possa esserci sul nostro candidato un convergere di altri voti.
Non vedo come Mariani e Mosca potrebbero schierarsi nel campo opposto. Di Mariani posso capire che venga forzato, così pure di An, che, come partito, militerà dall'altra parte. Ma siccome in An c'è questa dicotomia fra la base e il vertice, la speranza è che almeno una parte di questa base…
Civati - Io, per la verità, faccio un calcolo diverso, sul voto al Senato. Il 5% di voti che mancano al Polo vanno alla LEGA (scritto tutto maiuscolo) e a "Padania va pensiero". Io ho percepito una cosa diversa e che mi fa sperare per le amministrative: so di tanta gente che alle politiche ha votato Berlusconi, ma che ricondotta a livello amministrativo, non desidera altro che mandare a casa Colombo e la sua giunta. Da dieci anni faccio politica in città, e mai ricordo un'occasione così ghiotta. Però, bisogna dimostrare che noi siamo diversi, che siamo uniti.
Fraceti - Allora ribaltiamo la questione: i numeri - le europee, le regionali e le politiche - ci dicono che possono solo perdere loro. A noi sta aiutarli, facendo il nostro dovere. Fare il nostro dovere può voler dire, sul piano programmatico, chiederci cosa possiamo andare a recuperare, di credibile, in particolar modo nel programma di Insieme per Monza. Quel programma non è una cosa che si è inventata Mosca: le questioni centro commerciale e Cascinazza sono battaglie che si stanno conducendo da anni. Io penso che Mosca starà dalla parte che gli offrirà di più. E Mosca è un soggetto politico con cui, nel bene o nel male, noi dovremo fare i conti. Il dato di fatto, comunque, resta: questa è un'occasione più unica che rara di avere un'amministrazione diversa.
Bonanno (Arengario) - resta il fatto che a Monza c'è uno zoccolo duro di elettori che vota a destra indipendentemente da ogni considerazione di tipo politico e amministrativo
Di Rienzo - Su gran parte delle questioni sono d'accordo. È vero che c'è una fascia ampia di popolazione che vota indipendentemente da considerazioni particolari di tipo politico. Aggirare questo ostacolo sarà difficile. C'è poi il riflesso di un governo centrale, regionale e provinciale che giocherà a favore di questa maggioranza… Si aggiunga il fatto che comunque il discorso politico è, di fatto, assente, perché non è politica quella di cui si è parlato negli ultimi quattro anni a Monza, né possiamo parlare di politica in senso astratto, perché la cosa non ha più presa… L'esperienza l'abbiamo già fatta: per le scorse amministrative abbiamo fatto le nottate per la stesura di un programma completo e dettagliato, fra il disinteresse generale… Se noi in via strategica ci ponessimo su questa stessa strada cominceremmo a sbagliare da stasera. E allora, di cosa parliamo? Di quello che loro hanno fatto male? Va bene, lo possiamo utilizzare per la nostra campagna. Ma noi dobbiamo innanzitutto guardare in casa nostra.
Primo: dobbiamo presentarci con un Centrosinistra senza trattini. Questo va fatto da subito.
Secondo: a livello amministrativo abbiamo imparato tutti che il voto è personalistico. Ci vuole un gruppo e una personalità che sappia spendersi per se stessa.
Terzo: dobbiamo cercare di immaginare quello che può succedere da qui a 5 anni. Un percorso che sia credibile e che passi attraverso le cose concrete dei cittadini. Dobbiamo, forse, abbassare un poco il tiro. Parlare alla gente delle cose precise, concrete.
Ultimo: da un punto di vista strategico, Insieme per Monza è fatta di commercianti, ambientalisti…
Fraceti - Nel comitato che ha fondato Insieme per Monza c'eravamo anche noi!
Di Rienzo - Vero, ma a livello di strategia politica, queste associazioni dove vanno a parare? Nell'ennesima lista civica? Come ci si confronta con queste realtà? Se non si immagina tutto questo, noi ci troveremo di fronte al fatto compiuto…
Dentella - Scusate, vorrei ritornare un attimo su una cosa detta prima da Fraceti a proposito del riscatto dell'area della Cascinazza. Non è vero che il Comune sarebbe trascinato a pagare per la Cascinazza. Se la giunta fa il suo dovere - se non gioca per Paolo Berlusconi - non è oneroso il riscatto di quest'area. Il valore da pagare sarebbe commisurabile a quanto hanno versato di Ici per quell'area, che era stato calcolato sulla base di certi valori molto bassi.
Secondo punto: a proposito di Mosca e di Insieme per Monza noi dell'Ulivo non abbiamo preso alcun impegno sul fatto che quello sia il candidato da votare. Penso, però, che non sia necessario pensare a una sola lista, almeno in prima battuta. Lo stesso vale per Rifondazione comunista. Non è detto che si debba trovare il modo di convergere ad ogni costo. L'importante è che ci sia consonanza di intenti e di programmi.
Civati - Il problema qui è di valori. Se RC aderisce ai punti programmatici principali che sono i nostri, non capisco perché non si possa pensare ad una presentazione unitaria. Così, è chiaro che Mosca potrà difficilmente essere il candidato sindaco della sinistra, però, se Mosca fa una lista civica antagonista rispetto all'attuale giunta, si può discutere anche con lui.

Parliamo di Ulivo. Qual è il suo stato di salute a Monza? C'è o non c'è accordo con Rifondazione comunista?

Dentella - Per quanto riguarda l'Ulivo, abbiamo fatto una riunione la settimana scorsa e ci siamo confermati l'intenzione di continuare a collaborare uniti. Abbiamo chiesto a Sergio Civati di continuare a coordinarci.. Non si è assolutamente parlato di accordo o disaccordo con RC.
Fraceti - A titolo personale posso dire che so che la nostra storia potrebbe creare problemi ad una coalizione. Non è scritto da nessuna parte che si debba partire tutti intruppati. L'importante è saper fare la differenza sui contenuti: siamo aperti a qualunque soluzione.
Civati - Sì, ma noi abbiamo la necessità di fare una proposta seria: RC negli ultimi appuntamenti elettorali si è presentata con noi. Dobbiamo trovare prima l'accordo. Senza tatticismi: quando si aprono forbici difficilmente si recupera. Se c'è un candidato sindaco diverso, come faccio a fare campagna elettorale contro un candidato sindaco di RC e poi chiedergli l'appoggio per il ballottaggio. Gli elettori non ci stanno, la gente si stufa.
Mori - Credo che adesso ci tocchi una fase di correzione della situazione in cui si è, proprio facendo molta attenzione a quello che si vuole mettere assieme. Io sono d'accordo con Civati, quando dice che bisogna smetterla di avere il problema di Rifondazione: io voglio smetterla di avere un problema-Rifondazione, perché col problema-Rifondazione noi abbiamo vissuto dal 96 ad oggi. Io non ho problemi, Pilotto non ha problemi: dobbiamo smettere di avere il problema e dobbiamo fare delle cose in questa direzione. Se poi andiamo in casa della Margherita, anche lì bisogna fare tutta una serie di cose, perché sia un po' più omogenea. Bisogna anche cercare recuperare le frange degli scontenti…
Noi dobbiamo fare fin d'ora le cose necessarie, non possiamo trastullarci sul fatto che abbiamo guadagnato una fetta di elettorato. Ne dobbiamo guadagnare altrettanta, se non di più… Dobbiamo mettere le premesse per questo e le premesse non vengono dal "volemose ben"; le premesse vengono dalla capacità che dimostriamo di saper affrontare fino in fondo i problemi. Non ultimo il fatto che su certi temi di questa città bisognerà anche fare qualche proposta nuova. Il traffico, per esempio, è un problema enorme e non è né di sinistra né di destra: bisognerà trovare soluzioni e su queste soluzioni concrete allora ci sarà la possibilità di superare questi punti di crisi che oggi inevitabilmente ci sono. Altrimenti facciamo della politica di piccolo cabotaggio che non ci porta da nessuna parte. Si aggiunga che questa cosa la dobbiamo fare in fretta, perché non abbiamo molto tempo davanti. Facciamo un'ipotesi: se noi dovessimo andare a votare a novembre, perché salta questa giunta, allora dovremmo lavorare su ciò che già abbiamo. Ma se la scadenza di questa giunta resta quella naturale, noi dobbiamo darci in fretta un minimo di prospettiva.
Bonanno - Se i tempi saranno rispettati, le prossime elezioni cadranno all'apertura dei cantieri di viale Lombardia ed è un tema che interessa tutta la città
Mori - Sì, ma è un tema passato: noi stiamo facendo lì una mezza fesseria, ma facciamola perché ormai non abbiamo alternative. Piuttosto, noi dovremmo avere, diciamo, tre progetti che parlino dei prossimi trent'anni. Se vogliamo avere un pizzico di credibilità è questa l'unica strada.
Montalbano - Sì, ma dove sono stati aperti i due cantieri, quello edilizio della giunta e quello politico nostro, i risultati elettorali sono stati sorprendenti: mi riferisco in particolare, al seggio elettorale delle vie interessate dallo scavo del sottopasso Rota-Grassi: lì, la gestione sconsiderata degli appalti e dei lavori e la contestuale nostra opera di informazione hanno prodotto risultati politici a noi molto favorevoli. Ragioniamo anche su questo. La gente non è insensibile alla cattiva amministrazione. In futuro, sarebbe interessante fare un monitoraggio attento degli esiti elettorali seggio per seggio.
Civati
- Sono d'accordo con Mori sulla necessità di pensare ai prossimi trent'anni. Bisogna, però, che la gente lo sappia e lo capisca.

Allora: punti programmatici e candidature
Civati
- Velocemente, sull'ultimo punto: noi dei DS proponiamo le primarie per la scelta del candidato sindaco. Questo non per contarci o per far pesare il peso specifico di ciascuno. Noi vogliamo, questa volta, evitare la ridda e il balletto delle nomine e delle candidature che ha viziato le scorse campagne elettorali
Di Rienzo - Non so se le primarie siano il mezzo giusto. Certo, si deve evitare la soluzione dell'imposizione dall'alto, soluzione ingiusta in caso di elezioni locali di tipo amministrativo. Se la proposta significa avere una rosa di candidati da sottoporre al giudizio di qualcuno, va bene. Il problema è: a chi li sottoponiamo? Al gruppo dell'Ulivo regionale?
Mori - In elezioni amministrative, la scelta la prendiamo con le primarie se non siamo capaci di farla noi. Occorre mettersi d'accordo.
Di Rienzo - Va bene, allora prima del programma scegliamo i candidati-sindaco: benissimo!
Dentella - Ma con le primarie, chi vota?
Civati - I singoli elettori che si riconoscono nello schieramento. Certo, evitando le astuzie di "incursioni" dal campo avverso…
Mori - Sono perplesso, oggi non saprei dirti di sì o di no. Sono perplesso.
Fraceti - Per quanto riguarda Rifondazione comunista, posso dire che le primarie non fanno parte del nostro retroterra culturale. Sul piano programmatico, invece, le questioni che ci interessano e sulle quali lavoreremo moltissimo per trovare convergenza con tutti voi sono quelle legate alla vivibilità della città: il piano regolatore, le quattro varianti, la questione della Cascinazza, la viabilità, il riattamento del Piano Urbano del Traffico. Le questioni legate al sociale: il diritto di cittadinanza delle persone straniere regolari che lavorano qui da noi, la questione dei servizi e quella delle pari opportunità, relative alla scuola. Non vogliamo puntare i piedi sul fatto che non vengano finanziate le scuole private monzesi. Noi chiediamo che ci sia pari opportunità per la scuola pubblica, perché crediamo che la scuola pubblica oggi a Monza sia svantaggiata. Infine, c'è la questione delle aree dismesse: ci deve essere un progetto di riuso delle aree dismesse, come a Milano per la Bicocca, a Sesto per la Vulcano, a Brescia...
Su questi elementi programmatici noi lavoreremo molto. Non ci appassioniamo né ci appassioneremo mai sulla questione del candidato sindaco.

Sandro Invidia
sandro.invidia@arengario.net




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13 giugno 2001